libro

Per non saper né leggere né scrivere

Lindgren Torgny | Iperborea | NARRATIVA

15,00 €

Si può sopravvivere, conducendo una tranquilla vita borghese, nella odierna società della comunicazione senza sapere né leggere né scrivere? Ecco la sfida che il protagonista di questo romanzo ha serenamente accettato e vinto. Affetto da un’incurabile forma di alessia, il nostro eroe frequenta giudiziosamente la scuola dell’obbligo senza imparare alcunché, ma in compenso a casa apprende “tutto ciò che occorre sapere” dal nonno, professore in pensione, anch’egli colpito da cecità verbale in seguito a un principio di congelamento. Insieme trascorrono ore e ore in compagnia della Bibbia illustrata dal Doré, nella rara edizione che contiene solo le incisioni – il nonno a raccontare le storie e il nipote a immagazzinarle sotto forma di immagini. Finendo per conoscerle tanto bene da essere in grado, molti anni dopo, perduto l’amato volume, di ridisegnarle tratto per tratto. Saldo nelle sue poche ma incrollabili certezze – prima fra tutte quella della superiorità dell’immagine sulla parola – il protagonista attraversa sereno la sua lunga esistenza nella fede assoluta nell’amore del padre, un severo ispettore forestale che, non sopportando l’onta di un figlio analfabeta, l’aveva rinchiuso per molti anni in un istituto per ineducabili. Di lui conserva gelosamente una lettera, che ovviamente non può leggere ma sul contenuto della quale non ha dubbi, certo com’è dell’amore paterno che deve averla ispirata. Anche quando scoprirà che la verità è un’altra… Accanto al protagonista si muovono attraverso la storia diversi personaggi, dal giornalista Manfred Marklund al forzuto Elis di Lillåberg e alla conferenziera che ha dedicato una vita a studiare le vite dei santi, già comparsi nei due precedenti romanzi, Miele e La ricetta perfetta (N. 128), che con Per non saper né leggere né scrivere vanno a formare un trittico colorito sul Västerbotten e i suoi quanto mai originali abitanti.

Recensioni

CONSIGLIATO DA FRANCO: Scrittura fluida, piacevole, pieno di ironia, di delicatezza, di ingenuità ma profondo che non indugia in ogni momento a provocare,a disquisire sul rapporto Parola - Immagine. Un vero gioiellino della letteratura svedese. Da non perdere.